Violenza di genere, i numeri in Val D'Elsa
Visto che la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne è alle porte, può essere allora molto utile capire qual è la portata del fenomeno all’interno della Val D’Elsa, utilizzando i dati forniti dal Centro Antiviolenza. Prima però di guardare le varie rilevazioni è importante tenere a mente che le donne che riescono a denunciare le violenze subite fanno parte di una ristretta minoranza, mentre la stragrande maggioranza continua purtroppo a soffrire in silenzio. Tuttavia sono proprio i dati a dirci che da questo punto di vista qualcosa sta cambiando, infatti al 20 novembre 2019 il Centro ha accolto 85 donne contro le sole 35 del 2012
La violenza sulle donne è un fenomeno sociale molto più diffuso di quanto si possa pensare, perché è un problema che spesso resta confinato dentro le mura domestiche, diventando quindi invisibile agli occhi della società. Per molteplici fattori, non sempre chi subisce la violenza trova la forza e il coraggio di denunciare, ma quando ciò avviene, il rischio è che la vittima possa rimanere inascoltata. L’obiettivo del Centro Antiviolenza “Donne Insieme Valdelsa” è proprio quello di supportare e proteggere tutte quelle donne del territorio valdelsano che intendono denunciare chi fa loro del male.
Visto che la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne è alle porte, può essere allora molto utile capire qual è la portata del fenomeno all’interno della Val D’Elsa, utilizzando proprio i dati forniti dal Centro Antiviolenza. Prima però di guardare le varie rilevazioni è importante tenere a mente che le donne che riescono a denunciare le violenze subite fanno parte di una ristretta minoranza, mentre la stragrande maggioranza continua purtroppo a soffrire in silenzio. Tuttavia sono proprio i dati a dirci che da questo punto di vista qualcosa sta cambiando, infatti al 20 novembre 2019 il Centro ha accolto 85 donne contro le sole 35 del 2012. «Quello che a prima vista può sembrare un aumento della violenza è in realtà un dato positivo, perché si tratta dell’emersione del fenomeno – spiega la Vicepresidente dell’associazione Caterina Suchan – in questo territorio c’è un lavoro di rete che mira proprio a far venire allo scoperto i casi di violenza. Ultimamente anche i media, vari personaggi del mondo della politica e dello spettacolo a livello nazionale e internazionale stanno svolgendo un ottimo lavoro di informazione e di sensibilizzazione».
Un elemento che fa riflettere, sia sulle dinamiche di questo tipo di fenomeno sociale, che sull’importanza di un’associazione come “Donne Insieme Valdelsa”, è il fatto che la metà delle donne che si rivolge al Centro non ha mai parlato con nessuno delle violenze subite. È interessante notare anche la trasversalità del fenomeno, in quanto «la violenza colpisce tutte le classi sociali», e il fatto che i casi violenza non riguardano soltanto donne appartenenti ad una cultura diversa dalla nostra, come quella islamica, ma invece il 60% di coloro che denunciano il reato è di nazionalità italiana. Viene però da chiedersi se questa prevalenza non sia dovuta al fatto che tra le donne che appartengono ad un’altra comunità ci sia la tendenza a rimanere in silenzio. «Quello che accade all’interno dei gruppi di coloro che sono emigrati qui è sicuramente più difficile da leggere» sostiene la Suchan, tuttavia il Presidente dell’associazione Patrizia Cencetti ha fatto presente che «le donne emigrate possono contare su una rete amicale che le protegge di più, mentre a differenza loro le donne italiane sono più sole, può sembrare un paradosso ma è così».
La violenza domestica può essere psicologica, fisica, economica, sessuale e stalking, e in base a questo tipo di classificazione, diventa molto importante il momento in cui avviene la denuncia. «Rivolgersi al Centro quando ancora si tratta di violenza psicologica o economica, può essere decisivo perché così si può prevenire il rischio di femminicidio» spiega sempre la Dott.ssa Suchan. Infine fa riflettere, vedere che il maltrattante è nell’83% dei casi il partner o l’ex partner, segno che in molti casi l’autore della violenza può vestire i candidi panni del padre di famiglia.
Alla luce di questi dati diventa allora essenziale per le vittime avere un punto di riferimento dove iniziare un cammino di uscita da questa drammatica situazione. «Non esiste percorso tipo - dice la Suchan - Partiamo dal creare la consapevolezza che quello non è amore, dove c’è violenza non c’è amore, questo input deve permettere di riconoscere la violenza». Oltre ad assistenza al supporto psicologico, legale e in alcuni casi anche di orientamento lavorativo, il Centro Antiviolenza offre in particolare alle sue assistite delle Case rifugio che possono tenere al sicuro dal maltrattante non solo loro, ma anche i figli, in quanto il minore che è testimone di una violenza sulla madre deve essere considerato anche lui una vittima. «È dal 2016 che gestiamo la Casa rifugio, abbiamo dato ospitalità ad 8 donne e 11 bambini» afferma orgogliosa la vicepresidente.
È triste dunque constatare che ancora nel 2019 ci siano ancora così tanti casi di violenza domestica. Non è facile combattere un fenomeno che rimane nascosto dentro le mura di casa, l’unico modo per farlo è non rimanere in silenzio, chiedere aiuto, a quel punto il Centro Antiviolenza “Donne Insieme Valdelsa” risponderà all’appello.
Vincenzo R. Battaglia
Pubblicato il 22 novembre 2019