Vivere con l'emicrania cronica, la testimonianza di una nostra lettrice
«Giovedì 4 luglio sono stata convocata in Regione, insieme ad un gruppo di pazienti affetti da cefalee, per partecipare ad un'audizione presso la terza commissione Sanità, presieduta dal dott. Stefano Scaramelli. L'argomento che interessa moltissime persone, in percentuale maggiore le donne, è la cura per la cefalea e l'emicrania cronica. In particolare abbiamo discusso del problema che riguarda il nuovo farmaco Aimovig e la chiusura del Centro cefalee di Careggi»
Secondo la ricerca "Vivere con l'emicrania" realizzata da Censis con la sponsorizzazione di Eli Lilly, Novartis e Teva sono il 41,1% le persone che aspettano più di un anno dopo il primo episodio prima di rivolgersi al medico. Il 36,7% lo ha classificato come un semplice mal di testa, mentre il 28,7% ha pensato a un problema passeggero e l'8% a un lieve fastidio. L'emicrania è invece una patologia seria, che non va sottovalutata, come ci racconta Graziana Barbato, una nostra lettrice di Colle di Val d'Elsa che ci ha contattato per portarci la sua testimonianza e raccontare delle difficoltà che vivono le persone che ne soffrono.
«Giovedì 4 luglio sono stata convocata in Regione, insieme ad un gruppo di pazienti affetti da cefalee, per partecipare ad un'audizione presso la terza commissione Sanità, presieduta dal dott. Stefano Scaramelli. L'argomento che interessa moltissime persone, in percentuale maggiore le donne, è la cura per la cefalea e l'emicrania cronica. In particolare abbiamo discusso del problema che riguarda il nuovo farmaco Aimovig e la chiusura del Centro cefalee di Careggi».
«Come pazienti affetti da emicrania - aggiunge - rappresentiamo il 15% della popolazione, di cui due persone su tre sono donne, come me. L'1% è affetto da emicrania cronica, con più di 15 attacchi al mese. Questo porta a un uso eccessivo degli analgesici, che a lungo andare provocano intossicazione. Fino ad ora il centro permetteva il ricovero per disintossicarsi e si trattava di una realtà di assoluta eccellenza, che ospitava pazienti provenienti da tutta Italia. Il centro è stato improvvisamente chiuso, senza dare spiegazione alcuna né fornire alternative valide per i pazienti che necessitano del trattamento, creando disagi enormi a coloro che soffrono di questo tipo di malattia».
«Inoltre - dice Graziana - recentemente è stato messo a punto un farmaco innovativo che per alcuni si è rivelato efficace per combattere l’emicrania cronica ed è già utilizzabile dai pazienti. Il costo però è di circa 700 euro a fiala, da somministrare una volta al mese. In attesa della commercializzazione la casa produttrice ha messo a disposizione il farmaco al prezzo simbolico di un euro a fiala per trattare 400 pazienti. Altre regioni d’Italia hanno già accettato assicurandosi il farmaco, la Toscana non è fra queste. Il presidente Stefano Scaramelli che ci ha aperto le porte della commissione Sanità ha garantito l’interessamento alla questione, sia attraverso un approfondimento che con la presentazione di un ordine del giorno, per avere una risposta ufficiale che consenta di approfondire la materia e arrivare ad una soluzione».
Intanto è in esame al Senato una legge, già passata alla Camera, mirata a riconoscere appunto la cefalea primaria cronica come malattia sociale.
Pubblicato il 23 luglio 2019