«Gli atti vandalici compiuti a Ponte a Elsa, ai giardini di Via Medaglie d'Oro della Resistenza sono un gesto inqualificabile, che l’amministrazione comunale condanna in modo fermo e deciso. Aver imbrattato la lapide che ricorda Dino Selmi, uno dei tre deportati di Ponte a Elsa durante la Seconda Guerra Mondiale, oltre ad altri danni come il danneggiamento di un lampione e l’accensione di fiamme sulla pavimentazione, sono atti dai quali emergono inciviltà e assenza di rispetto per i beni pubblici»
L’intervento riguarda il tratto che va da via Lorenzoni al semaforo all’intersezione con la Tosco Romagnola. Nei primi metri di strada sono presenti complessivamente su ambo i lati della carreggiata sette alberi che saranno abbattuti. Le operazioni inizieranno in questo weekend, domani, sabato 21 maggio, e con ogni probabilità anche domenica 22 maggio, per poi proseguire nei giorni successivi. L’intervento è stato programmato nel fine settimana per creare meno disagio possibile alla circolazione
«La memoria è il fondamento dei nostri valori. Questi giardini non solo hanno l’obiettivo di ricordare annualmente quattro persone deportate e morte nei campi di sterminio, ma vogliono accompagnarci quotidianamente nel ricordo di fatti che non devono accadere». E’ uno dei passi dell’intervento del sindaco di Empoli Brenda Barnini che questa mattina, lunedì 7 marzo 2016, ha scoperto quattro cippi e altrettante lapidi in memoria dei cittadini residenti nella zona di Ponte a Elsa che furono strappati alle loro famiglie insieme ad altri cinquantuno empolesi
Questa novità è frutto del costante interesse e dei continui contatti che l’amministrazione comunale di Empoli, nella figura del vicesindaco Franco Mori, ha avuto con la curatela fallimentare che ha sede nella sezione civile del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. L’obiettivo è quello di dare una soluzione a un’annosa vicenda che riguarda la proprietà privata sottoposta da anni a procedura fallimentare, dopo il crack dell’impresa edile che stava costruendo il centro residenziale che, secondo il progetto, avrebbe dovuto ospitare decine di appartamenti