Il regime alimentare del 'digiuno intermittente'
Negli ultimi anni, anche grazie a libri scritti sull'argomento e sempre più persone famose - o meno - che seguono questo regime alimentare, è diventato alla moda o comunque sempre più popolare il 'Digiuno Intermittente' con la speranza di vivere più a lungo e in salute, ma per la maggior parte delle persone seguita con l’intento di raggiungere e mantenere il desiderato calo ponderale
Certamente il digiuno intermittente può portare perdita di peso e riduzione della circonferenza vita, soprattutto a breve termine, ma nulla di diverso o in più rispetto alle normali diete ipocaloriche. Quindi vale la pena affamarsi, anche se periodicamente, oppure è più saggio lasciare ad altri questa sperimentazione? Le evidenze scientifiche attuali suggeriscono cautela; infatti per una vita sana ci sono certamente alternative più piacevoli e sicure.
Il Digiuno Intermittente (Intermittent Fasting) è caratterizzato da periodi di alimentazione alternati a periodi di digiuno. Ne esistono varie tipologie: dal digiuno che dura fino a 48 ore una volta a settimana, al digiuno per 16 ore alternato ad 8 ore di alimentazione e quello che prevede un’alimentazione a piacere alternata a giorni di digiuno completo o con una forte riduzione calorica.
In linea generale hanno tutte dei punti in comune: non rimandare il concetto di digiuno a quello di fame collegata a “panico” o “desiderio”, ma piuttosto a “successo” o “orgoglio”; il periodo di transizione iniziale di circa 3 – 6 settimane che permette al corpo e al cervello l’adattamento alla nuova pianificazione alimentare. Quest’ultimo può essere un periodo difficile in quanto la restrizione alimentare è spesso associata con fame estrema, irritabilità, perdita di forza, perdita della libido e altri effetti collaterali negativi. Superata questa fase, i livelli di fame possono diminuire e si può assistere ad un miglioramento del tono dell’umore, ma non è sempre così.
Mi piace quindi sottolineare che esiste un modello alimentare, dato per scontato e che non presenta alcun effetto collaterale, che prevede ugualmente il “digiuno intermittente”, almeno nel suo significato letterale. Si tratta della Dieta Mediterranea, in cui a periodi di alimentazione, seguono periodi di digiuno che possono durare anche parecchie ore (pensiamo al digiuno notturno). Infatti molti meccanismi fisiologici che si innescano durante il digiuno avvengono anche nella dieta mediterranea.
Il Digiuno Intermittente è spesso associato alla longevità. Da molti anni si studia la relazione tra restrizione calorica e aspettativa di vita, ma gli studi non riguardano l’uomo e quindi non ci sono certezze. Certamente la restrizione calorica comporta numerose modifiche metaboliche, fra cui diminuzione della spesa energetica e riduzione dei radicali liberi, modificazioni a livello del tessuto adiposo e modificazioni mitocondriali. Il problema è: chi può trarne realmente beneficio? Forse gli adulti, ma non certo i bambini o i ragazzi in crescita, tantomeno gli anziani, nel quale la restrizione calorica è certamente da evitare.
Se siamo interessati non solo alla lunghezza della nostra esistenza, ma anche alla qualità della vita, i dati scientifici suggeriscono che la dieta mediterranea sia il modello alimentare con maggiori effetti positivi. Ovviamente se la restrizione calorica è eccessiva la sopravvivenza sarà minore: la malnutrizione è ancora un problema diffuso a livello mondiale, nei paesi in via di sviluppo ma anche negli ospedali del mondo occidentale.
Inoltre un regime alimentare con digiuni non opportunamente valutati possono comportare un maggior rischio di sviluppo di disturbi del comportamento alimentare, quali binge eating disorder in giovani adolescenti o rinforzare i meccanismi e strategie di controllo nell’anoressia nervosa.
È difficile seguire un regime alimentare che contempli il digiuno? Certamente non è per tutti! Come già accennato in precedenza, il periodo di digiuno può risultare faticoso: perché è uno stile alimentare che non fa parte della nostra cultura, perché è complicato da seguire, occorre molta forza di volontà e può essere incompatibile con il nostro stile di vita, ma anche per gli effetti collaterali negativi. Quindi il tasso di drop-out nelle persone che seguono un regime di digiuno intermittente è molto superiore rispetto ad una restrizione calorica di tipo mediterraneo.
Un’altra preoccupazione del Digiuno Intermittente è il contemporaneo utilizzo di farmaci. Il digiuno infatti influenza il metabolismo di molti farmaci largamente diffusi. Ad esempio, sono stati documentati casi di epatotossicità da paracetamolo, anche se a dosaggi raccomandati, legati al digiuno. Altri farmaci possono lesionare la mucosa gastrica. Per questo e per gli altri motivi suddetti è sempre opportuna una valutazione medica prima di intraprendere un qualunque protocollo di digiuno.
Può il digiuno intermittente prevenire il declino cognitivo? Parlando di demenza o morbo di Alzheimer non ci sono studi sull’uomo, ma sugli animali sembra che il digiuno intermittente porti ad un declino più lento rispetto a una dieta normale.
Prevenzione delle malattie metaboliche: attualmente non ci sono dati certi per sostenere questa ipotesi benefica sul controllo metabolico. Le linee guida italiane per il management del diabete mellito raccomandano, in prevenzione primaria, per il calo ponderale “una moderata riduzione dell’apporto calorico”, ma nell’ordine di poche centinaia di calorie giornaliere e quindi è ovvio che il digiuno non è adeguato. Da ricordare che in persone con malattie del ricambio (diabete, gotta, obesità) il digiuno può essere rischioso, perché se porta ad un innalzamento improvviso dell’uricemia, può portare ad attacchi di gotta acuti, oltre che ad un aumento del rischio cardiovascolare.
E per la salute cardiovascolare? Sembra che il digiuno intermittente possa migliorare la pressione arteriosa e la trigliceridemia, per effetto della riduzione di peso, ottenibile però anche con altri cambiamenti di stile di vita. La salute cardiovascolare inoltre dipende non solo dalla quantità di alimenti, ma anche dalla loro qualità.
Se oggi il digiuno è di moda è perché molti autori lo propongono direttamente alla popolazione con finalità commerciali, senza esporre bene rischi e controindicazioni a cui, anche persone sane, potrebbero sottoporsi, senza curarsi di una validazione da parte della comunità scientifica.
Concludendo, nonostante la crescente popolarità del digiuno intermittente, si riscontrano molte incertezze e lacune soprattutto riguardo al protocollo più adeguato e alla sostenibilità a lungo termine.
Il Dietista, attraverso un continuo aggiornamento professionale, ha una grande responsabilità nella promozione di un corretto stile di vita ed è importante consultarlo per confrontarsi sui vari modelli alimentari possibili. Ma sarà suo compito indirizzare le persone su modelli dall’efficacia dimostrata.
Infine, mangiare è un piacere che fa stare bene in tutti i sensi; al contrario mangiare molto poco o non farlo affatto può essere deprimente. È un controsenso non mangiare sperando in dei benefici per la salute e poi scoprire, un giorno, che forse si sono avuti dei danni. Se desideriamo avere una vita sana e longeva abbiamo già delle alternative più sicure: una dieta di tipo mediterraneo o vegetariana, attività fisica regolare e zero alcool.
Fulvia Bracali si è laureata in Dietistica all'Università degli Studi di Siena nel 2008. Nel 2011 ha conseguito un Master di 1° livello in Disturbi del Comportamento Alimentare in età Evolutiva presso l'Università degli Studi di Firenze. Dal 2008 ad oggi lavora con dedizione e soddisfazione nell'ambito della ristorazione scolastica e non solo, per alcuni Enti Pubblici e Privati. Dallo stesso anno ha intrapreso l'attività ambulatoriale presso vari poliambulatori.
Ogni anno frequenta corsi di aggiornamento e di perfezionamento approvati dal Ministero della Salute (con accreditamento in Educazione Continua in medicina - ECM) per ampliare e approfondire le conoscenze nei vari ambiti della Dietetica e della Nutrizione. E' socia ANDID (Associazione Nazionale Dietisti) e ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione) dal 2009.
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Pubblicato il 26 settembre 2020