Poggibonsi e l'umorismo di Alberto Manetti, alias ''Brivido''

L'illustratore del giornaletto "Dalla trincea" è un poggibonsese, Alberto Manetti, nato nella nostra cittadina il 7 dicembre 1887

 FRANCO BURRESI
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La rotta di Caporetto è stata arginata. Sul Piave i soldati italiani hanno iniziato una difesa che prelude al futuro contrattacco. Il generale Cadorna è stato sostituito con il più realistico Armando Diaz, il quale ha capito che i soldati vanno trattati in maniera diversa e più umana. Sono aumentate le licenze, è migliorato il rancio. Nelle trincee si respira una nuova aria di fiducia, è tornata la speranza e con questa la voglia di sorridere. Nasce così il giornaletto “Dalla trincea, con il proposito di risollevare il morale delle truppe italiane impegnate al fronte.

L’illustratore è un poggibonsese, Alberto Manetti, nato nella nostra cittadina  il 7 dicembre 1887, anche se poi trasferitosi ad Empoli e quindi a Firenze.

Manetti, da giovane, frequenta ad Empoli le scuole tecniche, non da alunno modello a dire il vero, anche se ha ingegno e qualità da vendere. Mantiene sempre tuttavia un rapporto affettivo con la sua città natale, Poggibonsi, dove spesso torna, come in occasione di una conferenza tenuta da suo fratello Guido Antonio nella sala del municipio sulla figura di Francesco Costantino Marmocchi o in occasione del famoso contraddittorio svoltosi all’aperto nel giugno 1901 tra il reverendo Domenico Conti e il socialista-anarchico Francesco Saverio Merlino. Nei primi anni del novecento muove i suoi primi passi in veste di illustratore umorista. Ma è nel 1918, appunto, che rivela il suo talento sotto lo pseudonimo di “Brivido”.

Dalla trincea” è il giornale del combattente della 58a divisione, di cui si conoscono solamente tre numeri: il primo, datato aprile 1918, che reca l'indicazione "numero quasi unico più che raro"; il secondo del giugno 1918, il terzo dell'agosto 1918. Gli articoli firmati portano i nomi di Giacinto Cottini, del sergente Gino Andreotti e di un altro che si firma con lo pseudonimo "Uno di Pisa". ( la Divisione comprendeva anche la Brigata Lucca). I disegni sono tutti firmati da Brivido (Alberto Manetti). “Dalla Trincea” viene stampato a Milano dalla Litografia S.Tavelli & C. e diffuso poi, appunto, nelle trincee.

Finita la guerra, nel periodo fascista Alberto Manetti dirige, dal 1925, un giornale umoristico intitolato appunto “Il Brivido”, che il giovedì esce con un supplemento, intitolato  “Il Brivido sportivo”. Sono tempi in cui la satira non può osare più di tanto, per cui il Manetti, a scanso di equivoci, si dichiara apolitico e cerca di  non pungere oltre un certo limite. Ma non risparmia in ogni caso la sua ironia, che, essendo contenuta e mai diretta verso il potere centrale, ma caso mai verso quello periferico, viene in qualche modo tollerata. Nelle rubriche interne lancia alcune figure bozzettistiche che fanno sorridere, come la sora Cleofe e Doro.

Spesso Il Brivido, imitando le prime pagine di giornali come La Nazione o Il Nuovo Giornale, esce con dei “falsi” clamorosi: una falsa notizia sul caso Bruneri-Canella nel 1931, una falsa visita di Greta Garbo a Firenze nel 1938, ecc.

Il Brivido continua poi le pubblicazioni, anche dopo la morte del Manetti, fino al 1952.

(V. Burresi-Minghi: “Poggibonsi dal primo novecento al fascismo”)

Franco Burresi

Immagini: vignette umoristiche di Alberto Manetti per il giornaletto “Dalla trincea”.

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Pubblicato il 15 aprile 2021

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