Poggibonsi e una turbolenta corsa nei sacchi a Vico d'Elsa

Non erano molti gli svaghi nella Poggibonsi del '700. Questi erano rappresentati dalle rinomate fiere, dal teatro, specie nei giorni di carnevale, dal gioco del pallone e del palloncino...

 FRANCO BURRESI
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Non erano molti gli svaghi  nella Poggibonsi del ‘700. Questi erano rappresentati dalle rinomate fiere, dal teatro, specie nei giorni di carnevale, dal gioco del pallone e del palloncino, ma soprattutto dalle numerose feste religiose, quella di S.Lucchese, dell’Oratorio di Romituzzo e dell’Oratorio del Piano, le maggiori,  ma anche quelle delle varie chiese di campagna, facenti capo ai vari “comunelli”, come quella, ad esempio,  di S.Bartolomeo a Pini o quella di S.Antonio al Bosco. Per le feste dell’Oratorio del Piano o di Romituzzo si correva anche il palio dei cavalli, ma anche per le feste di campagna erano organizzati vari giochi, come la staffetta con le uova, o i giochi con le carte, alcuni di questi proibiti dalla legge, come la “bambara”, praticata da alcuni “biribissai” venuti da fuori, i quali, finita la festa, trasferivano poi  la loro bisca clandestina in qualche osteria, prima di andarsene, sfidando la legge, con il benestare interessato dell’oste. Si potevano assaggiare i deliziosi dolcetti, come i “biricuocoli” o le “staffette”, a base di miele e spezie varie, ma c’era anche qualcuno  che per tali ricorrenze pensava di onorare a modo suo i vari santi o la Madonna, alzando un po’ troppo il gomito, per cui erano molto frequenti le risse. I documenti di archivio ne registrano diverse, specie in occasione della festa di Romituzzo.

Ma i poggibonsesi erano capaci anche di esportarle le risse, visto il loro carattere deciso, messo in evidenza anche dal granduca Pietro Leopoldo  in occasione dei suoi due passaggi per la nostra Terra.

A Vico, il 3 maggio del 1735, si celebra, come ogni anno, la festa della S.Croce e, finite tutte le funzioni religiose, per il divertimento delle duecento o trecento persone accorse, i festaioli hanno organizzato il consueto “palio nei sacchi”, cui partecipano diversi poggibonsesi. Accade quell’anno che uno dei favoriti, il poggibonsese Gaetano Pistolesi, fatti pochi metri saltando dentro al sacco, cade rovinosamente a terra, ed un suo compagno di Poggibonsi, Piero di Roberto Gucci, decide a quel punto  di far cadere tutti gli altri partecipanti. Ne nasce inevitabilmente una rissa. Intervengono i festaioli, i quali, anziché sedare il tumulto, iniziano a randellare bastonate a destra e a manca. Spuntano fuori a quel punto anche alcuni coltelli, perfino una spada e una pistola. Non ci sono, per fortuna,  feriti gravi, ma la festa della S.Croce finisce così, con uno strascico in tribunale, dove devono comparire ben 9 poggibonsesi (Piero Gucci, Stefano Marchetti, Domenico Giachi, Giovanbattista della Rocca, Giuseppe Maleguidi, Francesco Paci, Antonio Vannini, Antonio Moschini, Domenico Rosi) e 6 abitanti di Vico e con gli abitanti di Vico che hanno assistito invece che ad una corsa nei sacchi ad un incontro allargato di lotta libera.

Franco Burresi

Nota dell'autore: altri particolari sugli svaghi, il teatro, le feste, i giochi sono reperibili nel libro (sotto in copertina) intitolato “Poggibonsi nel Settecento - Dai Medici a Pietro Leopoldo alla Rivoluzione”.

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Pubblicato il 25 dicembre 2022

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