Poggibonsi: il Lago di S.Antonio al Bosco e le sue leggende

"Si vede un bel laghetto di acqua chiarissima e due altri laghi l’uno dall’altro discosto il tirare d’una saetta si trovano prima nel contado di Colle presso alla Badia di S.Antonio. In un de’quali si vede l’acqua chiara, ma non vi si ritrova fondo..."

 FRANCO BURRESI
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Nella piana tra Monteriggioni e Colle, nei pressi dell’attuale Decathlon, ci sono due laghi: il Lago di S.Antonio, nel territorio del comune di Poggibonsi, e il Lago Scuro, vicino ma nel territorio di Colle.

Entrambi i laghi sono un po’ misteriosi, il primo per la sua profondità, l’altro per la colorazione delle acque, ed entrambi sono legati ad alcune fosche leggende.

Si racconta intanto, (ma forse qui ha agito un po’ la fantasia), che sul Lago di S.Antonio ancora nel 1600 venisse fatto il “iudicium acquaticum”, ossia la prova per determinare se una donna era o no una strega. La donna accusata di stregoneria veniva legata, secondo quanto si dice, ad una croce infuocata e gettata nel lago. Se galleggiava era segno che era strega e poi veniva arsa; se affondava era innocente, ma moriva ugualmente.

La zona del Lago di S.Antonio era detta nel passato Selvamaggiore o Selvamaggio. Sul lago si trovava, già nel sec. XIII, un eremo di frati agostiniani, legati all’eremo di Lecceto. L’eremo divenne quindi un convento, che raggiunse già nel sec.XIII una notevole importanza, essendo dotato anche di un ospedale per accogliere i pellegrini che transitavano per la vicina via Francigena. Nel 1782 venne soppresso da Pietro Leopoldo il convento degli agostiniani di Poggibonsi, che si trovava più o meno dietro all’attuale S.Lorenzo. Il convento fu comprato da Luigi Del Re, che vi ricavò quartieri e magazzini. I frati furono dirottati al convento di S.Antonio al Bosco. Ma l’anno dopo il granduca soppresse anche tale convento, ritenendolo ormai un ente inutile, come tanti altri della Toscana e i suoi beni furono utilizzati per potenziare l’ospedale S.Lorenzo di Colle. Del convento restano tuttora due lati del chiostro del sec. XV/XVI.

Sull’origine dei due laghi esistono, dicevo prima, varie leggende.

La prima viene riportata dal prof. Pietro Del Zanna in un articolo del 1901, apparso sul Bollettino della Società Geologica Italiana, ed è tratta da un vecchio manoscritto conservato nella pieve di Staggia. Così si narra: “Sant’Ambrogio recandosi a Roma si fermò in una locanda, presso la vecchia strada maremmana, per passarvi la notte. Nella sera mentre prendeva riposo dalle fatiche del viaggio, s’intrattenne a parlare familiarmente col proprietario dell’albergo, e questi discorrendo di sé, disse, caso più unico che raro, di essere felice, senza desideri, e che nessuna disgrazia aveva mai turbata la sua serena contentezza. A tali parole il vescovo milanese ordinò a quelli che l’accompagnavano di prepararsi a partire subito perché un’immensa sciagura minacciava quella casa. Infatti il sant’uomo col suo seguito si era di poco allontanato, che la casa sprofondò col terreno adiacente e nella voragine si raccolsero le acque formando un lago”.

Diversa la versione che dà un geografo bolognese del 1500, il frate Leandro Alberti, che racconta due leggende relative sia al Lago di S.Antonio che al Lago Scuro.

Narra l’Alberti: “Quivi [a Badia a Isola] si vede un bel laghetto di acqua chiarissima e due altri laghi l’uno dall’altro discosto il tirare d’una saetta si trovano prima nel contado di Colle presso alla Badia di S.Antonio. In un de’quali si vede l’acqua chiara, ma non vi si ritrova fondo (come dicono gli habitatori del paese); nell’altro, alquanto più picciolo, appar l’acqua tanto nera che par da ragguagliare all’inchiostro, al cui fondo non si può attingere. Et è quest’acqua di natura totalmente contraria all’altre acque imperocché essendogli gittato dentro il legno incontinente scende al profondo et più non si vede. Et quivi pesce non si ritrova. Egli è volgata fama appresso gli habitatori del paese, che passando quindi S.Cerbone vescovo di Massa et quivi fermandosi a riposare, ov’è il primo lago, ov’era una taverna, e intendendo la viziosa vita che teneva l’oste, et sforzandosi di ridurlo a penitenza dei suoi peccati, vedendo di non poter convertirlo, partendosi la mattina seguente, li pronuntiò che in breve lui insieme con la taverna profondarebbe nell’abisso; et che partito il santo vescovo, incontinente aprendosi la terra, fosse inghiottito con l’edificio et che poi vi rimanesse detto lago.

Dell’altro lago dicono che, habitando in detto luogo un scelerato sodomita, et essendo vissuto in tanta sceleraggine alquanto tempo, non lo volendo più sopportare Iddio, fece aprire la terra et lo fece profondare con tutta la famiglia, rimanendovi questo lago pieno d’acqua negrissima et di contraria natura dell’altra acqua, quanto era la sua habitatione. Laonde meritevolmente e l’acqua d’esso nera et di contraria natura de l’altra, in detestatione di tanto sozzo, nefando et puzzolente peccato contro natura”

(Da Leandro Alberti: “Descrittione di tutta l’Italia et isole pertinenti ad essa” Venezia 1596)

L’attuale chiesa di S.Antonio, in stile romanico, è stata interamente ricostruita sulla fine del 1800 con materiale di recupero.

Franco Burresi

Immagini: una foto aerea del lago del 2019; una foto del Lago di S.Antonio; resti del chiostro del convento; la chiesetta ricostruita nei pressi del lago; la pianta catastale del 1824.

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Pubblicato il 20 marzo 2021

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