Poggibonsi, le corse delle ''volantine'', qualche sberleffo e persino qualche pugno

Oggi certi episodi fanno sorridere, data la collaborazione esistente tra i vari enti assistenziali. Ma c'è stato un lungo periodo, quello del primo novecento, durante il quale i rapporti tra Misericordia e Pubblica Assistenza, sia pure formalmente improntati a criteri di amicizia e collaborazione, erano tutt’altro che semplici e amichevoli

 FRANCO BURRESI
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Visti con gli occhi di oggi certi episodi fanno più che altro sorridere, data la collaborazione esistente tra i vari enti assistenziali. Ma c’è stato un lungo periodo, quello del primo novecento, durante il quale i rapporti tra Misericordia e Pubblica Assistenza, sia pure formalmente improntati a criteri di amicizia e collaborazione, erano tutt’altro che semplici e amichevoli.

La Misericordia, presente a Poggibonsi fino dall’anno 1880, era ben organizzata già nei primi anni del sec. XX. Nel giugno del 1911 il dott. Moggi dirige, ad esempio, un corso di pronto soccorso per i militi e si annuncia l’acquisto di due nuovi carri-lettiga della rinomata ditta “Idrofila” di Milano. L’avv. Casini, presidente, nello stesso anno tiene un discorso per inaugurare il nuovo vessillo e premiare i militi più attivi. L’opera della Misericordia consiste in trasporti funebri, nottate agli infermi, buoni di carne, fornitura di biancheria e cambi da letto, trasporto di infermi con lettiga a trazione umana o con cavallo. Nel 1914 si acquista un nuovo carro-lettiga dalla ditta “De Maria” di Torino e l’anno dopo si inaugura un nuovo locale nella via Maestra. Nel 1920 viene infine acquistato il primo carro-automobile FIAT, che entra in servizio nel 1921.

La Pubblica Assistenza è più giovane: viene fondata infatti nel 1903. Per finanziarsi ricorre a varie iniziative: spettacoli teatrali, lotterie, pubbliche tombole in piazza del Comune e via dicendo. Nel 1906 i proprietari del Castello di Badia, i coniugi Galli-Dunn, consegnano in dono alla Pubblica Assistenza un vessillo che reca, ricamate a mano, due mani che si stringono, opera della sig.na Pelacchi. Segue una solenne cerimonia, con tanto di banda, corteo , discorsi celebrativi  presso il Teatro Ravvivati-Costanti, alla presenza di ben 24 associazioni del Comune e dei Comuni vicini, tra le quali non manca la Misericordia di Poggibonsi. Il dott. Pieraccini nel 1913, in occasione del decimo anniversario della fondazione, rendiconta l’attività della Pubblica Assistenza, consistente in  ben 108 interventi di soccorso. Il numero dei soci ha raggiunto nel frattempo la cifra di 500 iscritti. Anche a Staggia è presente una sezione della Pubblica Assistenza, fornita di un proprio carro-lettiga.

I rapporti, dicevamo,  erano formalmente di collaborazione e amicizia, ma non mancavano i motivi di attrito e rivalità, accresciuti dalla diversa collocazione politico-ideologica delle due associazioni, la Misericordia legata all’ambiente moderato-cattolico, la Pubblica Assistenza a quello socialista. Nel 1912, così, l’avv. Casini precisa al direttore della Nazione che i militi che hanno trasportato a Siena i soldati feriti dalla stazione all’ospedale non erano della P. Assistenza, ma della Misericordia. Nel 1911 era stato invece il Consiglio Direttivo della Pubblica Assistenza che aveva dovuto  smentire le voci malevole che parlavano di presunte discriminazioni da parte dei volontari della Pubblica Assistenza nei confronti dei pazienti a seconda della loro collocazione politica.

Nel 1920 la rivalità toccò il suo punto di acume e fece registrare anche un brutto episodio che ebbe poi una coda in tribunale.  In occasione delle corse di cavalli al Tondo, a soccorrere una persona ferita accorsero, non si sa come e perché, due volantine, una della Misericordia  e l’altra della Pubblica Assistenza.  Il soccorso del ferito si trasformò in una sorta di gara di precedenza. Volarono parole grosse, poi qualche pugno e pare che a un certo punto un milite della Pubblica Assistenza abbia estratto anche un’arma. La Misericordia in un volantino parlò di vile aggressione; gli altri si giustificarono parlando di lentezza mostrata dai volontari della Misericordia nel soccorrere il ferito. Ne seguì una dura polemica. Un episodio da dimenticare.

E invece la rivalità e le “ gare di pronto soccorso” seguitarono, come ci racconta un articolo apparso su La Città, negli anni ’70, anche se questa volta non dettero adito ad episodi violenti o maneschi. L’articolo si intitola “Una volantina tutta matta” e vale la pena di riportare integralmente alcuni passi:

“…Alla stazione c’era stato un incidente. Un ferroviere che nel piazzale era rimasto tra due respingenti. A quel tempo al deposito delle volantine non c’era la guardia fissa, sia alla Pubblica Assistenza che alla Misericordia, ma la voce correva rapida e come per incanto i militi delle due società apparivano sul luogo del sinistro. Ma eran corse da pazzi, due davanti e due dietro, aggrappati a quelle volantine matte, giù a rompicollo per la discesa, con la fregola di arrivare primi, col fiatone e con il cuore in gola. Quelli della Misericordia, eterni rivali, partivano in vantaggio, per via del deposito, che avevano giù in piazza. Fra i quattro della nostra volantina c’era Bellisario, che stava dietro e spingeva come un forsennato, anche in via Maestra, tutta in discesa com’è. Era chiaro però che, nonostante gli sforzi non ce l’avrebbero fatta quella volta: allora lui si stacca dalla volantina, spicca una corsetta e va alla guida. Veniva giù come una palla di fucile, ad una velocità che gli altri non gli stavano dietro. Eccolo a capo basso, come un treno, tutto da solo tallona la volantina della Misericordia. All’altezza del Vicolo Ciaspini tenta il sorpasso, eccolo, è primo, ce l’ha fatta… Ma no! C’è un urto, la volantina va a gambe all’aria. Lui imperterrito la rimette in piedi, ma c’è una ruota che ha fatto un otto: un attimo di smarrimento, poi con la forza della disperazione la raddrizza e giù a corsa un’altra volta. Arriva primo, solo, alla stazione. I feriti erano due. Uno l’avevano preso i compagni appiedati e facendo il seggiolino con le mani l’avevano portato all’ospedale….”

Nel 1926 tutto questo finisce. Nell’ambito della generale fascistizzazione di tutti gli apparati dello Stato, il regime impone la presenza  di un rappresentante del PNF in ogni consiglio direttivo di qualsiasi ente. La Misericordia acconsente, la Pubblica Assistenza no e viene sciolta ed assorbita poi  nella Misericordia, che prende il nome di Misericordia-Assistenza Pubblica di Poggibonsi. Da lì inizia un’altra storia.

(V. Burresi-Minghi: “Poggibonsi dal primo novecento al fascismo”  2016)

Franco Burresi

Nelle immagini: alcuni volontari della Pubblica Assistenza di Poggibonsi; cartolina del 1921 celebrativa della Misericordia.

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Pubblicato il 26 giugno 2021

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