''Vogliamo sperare che quella del presidente del consiglio comunale sia stata solo una svista''
Domani, giovedì 10 febbraio, deposizione della corona in memoria delle vittime delle Foibe. Appuntamento alle 11.30 nell'omonima via
La Toscana ricorda le vittime delle foibe, l’esodo degli italiani dall’Istria, dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia ma soprattutto la storia complessa di un confine difficile senza la cui conoscenza non è possibile comprendere tutto quello che poi è successo
Al centro della conferenza digitale l’intervento dello storico Simone Malavolti dell’associazione pAssaggi di Storia
Mercoledì 10 febbraio deposizione della corona in memoria delle vittime delle Foibe. Appuntamento alle 11.30 nell'omonima via
Ad introdurre la presentazione della mostra sono stati l'assessore Comunale Daniela Morbis e il professore Riccardo Bardotti dell'Istituto Storico della Resistenza Senese
Questa mattina la deposizione della corona di fronte alla targa commemorativa in memoria delle vittime delle foibe
Il 10 febbraio alle 11,30 deposizione della corona in via X febbraio mentre il 15 alle 17 incontro sul tema “Le diverse tragedie del confine orientale” con il professor Costantino Di Sante
Oggi è il Giorno del Ricordo, istituito nel 2004 (Legge 92 del 30 Marzo), dedicato alla memoria delle oltre 15mila vittime delle foibe e dell'esodo di 350mila Italiani costretti a fuggire dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia, a causa delle vicende della II Guerra mondiale e della situazione al confine nord-orientale dell'Italia. Il 10 febbraio del 1947 fu infatti firmato il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, Zara, parte delle zone di Gorizia e di Trieste, passarono alla Jugoslavia
«Una commemorazione – ha sottolineato l’assessore Susanna Salvadori - che ogni anno ci vede partecipi, per ricordare e contribuire e sedimentare nella memoria collettiva una pagina dolorosa e drammatica della nostra storia. Un impegno che si rinnova ogni anno per ribadire valori e principi che ci sono cari e che sono cardine della nostra cultura e della nostra società democratica. Quei principi che rifiutano odio, fanatismo, violenza»