Per Halloween una leggenda misteriosa tutta valdelsana, la leggenda di Strozzavolpe: il castello e... il fantasma della sua volpe
Tanti gli eventi per adulti e bambini da non perdere per il gran finale della manifestazione
Quando i merli erano bianchi, la leggenda dei Giorni della Merla
Per Halloween è tradizione intagliare una zucca, privandola della polpa interna e lavorarla cesellandola con l’intento di farla rassomigliare ad uno spaventoso volto, per poi illuminarla: sì, ma sapete come mai?
Nello specifico, il progetto prevede percorsi che collegano la cappella di San Michele Arcangelo (situata sulla distrutta Semifonte) con le svariate fonti di acqua presenti nelle vicinanze della stessa (Semifonte = summus fons = sorgente d’acqua alla sommità) e con il borgo di Petrognano fino a integrarsi con un percorso già esistente che conduce alle briglie studiate sul torrente Agliena da Leonardo da Vinci
Avviato circa due anni fa, il 'Progetto Semifonte' - che a sua volta costituisce un elemento del più ampio progetto storico-archeologico di scala regionale 'Le terre dei vinti', dedicato alle maggiori signorie territoriali toscane - ha preso il via dalla volontà delle istituzioni e delle comunità locali di investire sulla ricerca e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale
Semifonte era una città fortificata, la cui presenza, in prossimità delle grandi vie di comunicazione del tempo, veniva vista come un ostacolo dalle grandi città dell’epoca. Fu rasa al suolo agli inizi del XIII secolo dall'esercito fiorentino, ma sul territorio rimangono tuttora, a vari livelli di profondità, i resti archeologici. Semifonte viene ricordata simbolicamente, dal 1597, dal memoriale della Cupola di San Michele Arcangelo, situata nel Comune di Barberino Val d’Elsa
Dopo oltre 40 anni dagli ultimi studi archeologici si torna ad indagare sul rapporto che intercorre tra la superficie e il sottosuolo, sulle tracce dell’identità millenaria della città-mito di Semifonte in Val d'Elsa, capitolata sotto l’ira, gli inganni e i tradimenti congegnati dai fiorentini nell’aprile 1202. Una realtà socio-economica, in graduale estensione, che rischiava di gettare un’ombra lunga sulla città gigliata e per questo i fiorentini rasero al suolo la nemica valdelsana, dove risiedevano oltre 1200 persone