'Io le parole le mangerei' è un progetto concepito appositamente per la biblioteca che la trasforma in un inusuale spazio espositivo dal forte potere immaginifico
La mostra si snoda attraverso gli spazi del Teatro del Popolo, del Museo Bego e degli spazi cittadini. Sarà inaugurata il 10 maggio
L'opera è stata donata al sindaco David Bussagli al termine di '5+5. Pittori a confronto della Valdelsa e della Versilia', mostra di pittura promossa dall'associazione Arnolfo di Cambio e realizzata in collaborazione con l'Associazione Storica Poggibonsese e con Mercurio Arte Contemporanea. Una mostra allestita all'Accabì con le opere di cinque artisti valdelsani e di cinque provenienti dalla Versilia e dedicata in questa sua prima edizione a Mario Merli, pittore valdelsano del novecento
Antony Gormley, a cui è stata conferita la cittadinanza onoraria di Poggibonsi nel 2012, è l'artista del progetto “Fai spazio, pendi posto”, quello dei cosiddetti “omini di ferro”, sette sculture di ferro in pixel, modellate su altrettante persone e che si trovano in vari luoghi della città. Il progetto è stato realizzato nell'ambito della nona edizione di Arte all'Arte promossa dall'associazione Arte Continua. Successivamente l'artista ha donato le opere alla città
«Ho costruito questa scultura per delle motivazioni personali - ha detto l'artista -, dedicandola a Velio Viviani, uno dei due fabbri che erano attivi a Gracciano nel dopoguerra: l'opera rappresenta proprio il martello del vecchio artigiano riprodotto in scala 1:10. E' stato realizzato in lamiera e con il manico bronzato per restituire l'effetto visivo del legno. Una volta conclusa, ho deciso di donarla all'Amministrazione perché avevo piacere che tutti la potessero vedere»
E' proprio un professore universitario di storia che decide di trattare un argomento delicato quale la creatività di un autore, esplicitando i temi, spiegando le tecniche utilizzate, scrivendo della comunicazione dell'aspetto creativo
«Li ricordo quando erano ancora ospitati nella biblioteca, e sono stato felice quando il 30 gennaio 2009 li ho visti collocati con eleganza, didattica efficacia e sapienza museografica, nel BeGo. Non si trattava soltanto del recupero, della messa in sicurezza e dell’offerta al pubblico di due capolavori. Era molto di più. Quel museo era un faro, una bandiera collocata nel cuore della Valdelsa»
Nell'occasione Paolo presenterà anche un breve racconto, scritto sia in italiano che in inglese, che ci ha dato la possibilità di leggere in anteprima e che spiega attraverso vari aneddoti la storia di questi dieci anni. A raccontarla, secondo l'immaginazione dell'autore, è la scultura stessa, attraverso la quale è possibile capire qualcosa in più dell'artista e del suo modo di vedere l'arte in generale, che è soprattutto un antidoto contro la solitudine e la sofferenza, un modo per esorcizzare il dolore
Il progetto artistico ideato da Paolo Piacenti e curato da Filippo Lotti che vede in mostra 24 sagome di pecora a dimensione reale dipinte da 24 affermati artisti toscani
«Siamo lieti di vedere tanti affermati artisti toscani cimentarsi insieme in questo nuovo progetto», dice Francesca Pinochi, assessore alla cultura