In occasione del settantatreesimo anniversario della Liberazione nei territori del Chianti e della Valdelsa ricordiamo il sacrificio di centinaia di vittime civili e militari, partigiani e antifascisti che combatterono e si opposero alla crudeltà nazifascista. La conquista della nostra libertà nasce anche dal coraggio dei soldati Maori che nel luglio del 1944 liberarono parte della Toscana dalle truppe tedesche. Oggi, lunedì 24 luglio alle ore 21.00, le celebrazioni proseguono al Circolo Mcl di Vico d'Elsa con la presentazione del progetto di ricerca “Leto Fratini: l'uomo, l'artista, l'antifascista"
Martedì 18 luglio la città ricorda il 73° anniversario della liberazione dal nazifascismo, con la fine della guerra e l'entrata a Poggibonsi, il 18 luglio del 1944, delle brigate partigiane e delle truppe Alleate del generale Juin. Come ogni anno, per ricordare l’anniversario, vi saranno le celebrazioni ufficiali promosse dall’Amministrazione in collaborazione con la sezione locale dell’Anpi
Era il 28 marzo del 1944. Alla Porcareccia, sul Montemaggio vennero uccisi, barbaramente fucilati dai fascisti, diciannove giovani partigiani. Questi i loro nomi: Aladino Giannini, Dino Furresi, Giovanni Cappelletti, Angiolo Bartalini, Onelio Volpini (Volpe), Piero Bartalini, Elio Lapini, Livio Livini, Ezio Grassini, Franco Corsinovi, Virgilio Ciuffi, Giovanni Galli, Luigi Vannetti, Folco Martinucci, Emilio Berrettini, Livio Levanti, Emilio Nencini, Enzo Busini, Orvino Orlandini
Si tratta di un contributo alla ricerca e alla storia. Il contesto è quello della seconda guerra mondiale e della campagna di Russia. La conferenza sarà una rievocazione e un ricordo dei giovani poggibonsesi che partirono e che non sono mai tornati. Interverranno Claudio Biscarini dell’Astop e Luca Papini dell’Unuci Siena. Per l’amministrazione sarà presente Silvano Becattelli. A coordinare Marco Panti e Iacopo Becattelli dell’Astop
La cerimonia commemorativa organizzata in collaborazione con l’Anpi di Poggibonsi, ha portato alla deposizione delle corone di alloro alla Targa della “Fabbrichina” in via Trento e al cippo di piazza Mazzini. Alle 11, per la prima volta, è stata suonata la sirena antiarea. «Un momento toccante, un suono che ci ha fatto emozionare riportandoci con forza a quei momenti drammatici – dice il Sindaco -. La guerra semina paura, morte e distruzione ed è doveroso ricordarlo, sempre. Ricordare chi perse la vita, gli amici, gli affetti, la nostra città ferita e distrutta».
«Sollecitiamo tutti - scrive il primo cittadino Giacomo Bassi su Facebook - a compiere un piccolo sforzo di partecipazione per ritrovarsi qualche minuto a riaffermare pubblicamente e comunitariamente il valore insostituibile della pace e dell'impegno di tutti nel perseguirlo con determinazione. Dobbiamo recuperare la capacità di indignarsi, e di farlo pubblicamente, di fronte ai drammatici fatti che vediamo ogni giorno»
Alla presentazione del libro “Lettera a Chiara” interverranno il Vicesindaco con delega alla Cultura, Claudia Centi, e Alessandro Spinelli. La presentazione è aperta alla partecipazione di tutti
«Questa città - ha ricordato il primo cittadino David Bussagli - pagò un tributo enorme, in termini di vite umane e di distruzione. Era la guerra, quella guerra che miete vittime anche oggi e che talvolta sembra una parola astratta e vuota. Non è così, la guerra semina morte e distruzione. 72 anni fa a Poggibonsi c’erano persone a lavoro, donne e uomini che stavano facendo la loro vita, c’erano bambini che giocavano. Ricordiamo che fra loro ci furono morti e feriti, che la città venne distrutta, che c’è chi, ancora oggi, porta negli occhi quella tragedia»
Era il 29 dicembre 1943 alle 13.15, l'aria si riempì del rombo cupo delle "fortezze volanti", i micidiali bombardieri delle truppe Alleate. Pochi istanti e una pioggia di bombe cadde sulla città. Furono momenti terribili. Alla prima ondata ne seguì una seconda, ancor più devastante. Case, fabbriche, vie e piazze del centro vennero abbattute e distrutte. Sotto le macerie si contarono 105 morti e centinaia di feriti
L'indiscutibile gaffe della nuova Miss Italia, più che diventare il pretesto per un rancoroso linciaggio mediatico, potrebbe essere il giusto spunto per andare a riprendere in mano la storia, di questi tempi tanto sbeffeggiata e spesso rivisitata, a partire dalle testimonianze di chi l'ha vissuta. Ieri pomeriggio ho incontrato Adorna Borgianni, classe 1926, di Poggibonsi. L'ho interrotta, a casa sua a Staggia, mentre faceva merenda con fette biscottate e marmellata e l'ho costretta a raccontarmi un po' della sua storia